Questo è un modello di orecchini che ho realizzato molto tempo fa, infatti lo trovate ancora sul vecchio blog. Quando lo realizzai mi ero ispirata ad un paio di orecchini sul genere di quelli del Signore degli anelli che avevo visto in un negozio; quelli ovviamente erano in acciaio e con la pietra incastonata, io invece li ho realizzati in wire e con una perla celeste. Ho voluto riproporvelo anche qui un pò perchè è un modello cui ormai sono pittosto affezionata (un pò come le collane e gli orecchini fior di loto), un pò perchè è semplice e discreto ma indossato fa sempre il suo effetto, e poi questa volta l'ho realizzato in argento 925 invece che in filo metallico per bigiotteria (ovvero rame placcato argento) e vi assicuro che la differenza la vedo eccome! E considerate che a me il filo metallico piace moltissimo perchè è comodo da usare, il colore è bello lucente e poi quello che uso io non si ossida, insomma non è mica così male! Comunque il modello degli orecchini mi piace anche perchè è molto versatile, infatti è possibile personalizzarlo non solo cambiando il colore della perla ma anche sostituendo le perle con dei semicristalli di boemia o delle pietre dure (ad esempio la pietra di luna) o meglio ancora delle sfere swarovski, magari quelle nei colori particolari coi riflessi cangianti; peccato solo che queste ultime sono un pò difficili da trovare!
mercoledì 30 novembre 2011
lunedì 28 novembre 2011
Wire Swarovski Feather
Questa collana volevo farvela vedere da un pò di tempo (solo che non ne ho mai >__<) perchè è il risultato di una serata piuttosto fruttuosa. Sono tornata al mio grande amore, il wire, e ho realizzato una piuma abbellita da navette swarovski in crystal. Al momento di montarla ho optato per una collana lariat, che per chi non lo sapesse è una di quelle collane senza chiusura che si indossano incrociando o annodando le estremità, e ho aggiunto una goccia swarovski crystal AB all'estremità libera. Ovviamente è possibile anche una chiusura classica; io ho scelto questo tipo di collana perchè mi piaceva l'idea di uno di quei vestiti con la scollatura A V molto profonda (indosso ad donna con poco seno altrimenti l'effetto non mi piace per nulla!) e sulla pelle scoperta tra i seni una collana lunga e luminosa che richiami l'attenzione ma senza esagerare e che possa fare contrasto col nero di un vestito o sottolineare il candore di un abito bianco. Insomma un vestito tipo questi indossati da alcune celebrities.
giovedì 17 novembre 2011
Orecchini Triplice Dea in argento 925
Tempo fa mi era stato commissionato un paio di orecchini con un simbolo della Triplice Dea da regalare ad una ragazza wicca, e questo è il risultato che causa poco tempo ho potuto farvi vedere solo ora. Gli orecchini sono realizzati in argento 925 e cristalli sfaccettati in nero (ma ero in dubbio se farli di un altro colore). come al solito mi diverto a trovare un pò di informazioni sui simboli che certe volte mi vengono richiesti, e quindi ho fatto un pò di ricerche sulla triplice dea. In realtà trovo molto curiosa questa cosa dei simboli, perchè per carattere non amo particolarmente oggetti con simboli o icone, e invece ormai ho appurato che piacciono a tantissime persone. La cosa più piacevole in queste piccole "ricerche" sui simboli è soprattutto vedere come molte correnti recenti come la wicca si rifacciano in fondo a mitologie antiche che conosciamo più o meno bene come le tradizioni greco-romane o meglio le tradizioni celtiche (e comunque le mitologie antiche indoeuropee hanno in fondo molti punti in comune). Comunque questo è quel che ho scoperto.
Nelle mitologie indoeuropee molte dee in realtà sono triadi e ci sono vari esempi: le tre Grazie; le dee che reggono il destino degli uomini che sono tre in molte mitologie: le tre Parche romane (Nona, Decuma e Morta), le tre Moire greche (Cloto, Lachesi e Atropo), le tre Norne della mitologia nordica; le Tre Madri celtiche in realtà impersonano la Grande Madre, è il caso ad esempio di Morrighan spesso identificata con Anu, la Madre degli Dei, e spesso considerata in una triade comprendente Anu questa volta concepita nel suo aspetto di patrona della fertilità, Babd nel suo aspetto di madre della vita e Macha che presiede alla morte e al regno dei fantasmi; nell'induismo la MahaDevi o "grande dea" è anch'essa formata da 3 dee. Spesso quindi nelle religioni e nelle mitologie la Grande Madre, che rappresenta un principio generatrice del tutto assimilabile alla natura nei suoi aspetti sia positivi che negativi, è triplice perchè impersona i 3 aspetti, la Giovane, la Madre, la Vecchia, evidentemente legati al ciclo della vita scandito in nascita, riproduzione e morte. O anche alle leggi dell'universo che procedono per creazione, mantenimento e distruzione, così come il tempo è scandito in passato, presente e futuro. Questi tre volti della Dea sono così raffigurati dalle tre età della donna e quindi è evidente la loro associazione con il ciclo lunare diviso in tre fasi: luna crescente, luna piena e luna calante. Il simbolo che rappresenta triplice dea come tre lune oggi è utilizzato soprattutto nella wicca, ma già in passato la Luna era associata a tre divinità ciascuna legata ad una fase lunare e metafora rispettivamente di vita, morte e rinascita, ad esempio nella mitologia greco-romana le 3 fasi lunari erano personificate nelle dee Selene, Ecate e Artemide.
Nelle mitologie indoeuropee molte dee in realtà sono triadi e ci sono vari esempi: le tre Grazie; le dee che reggono il destino degli uomini che sono tre in molte mitologie: le tre Parche romane (Nona, Decuma e Morta), le tre Moire greche (Cloto, Lachesi e Atropo), le tre Norne della mitologia nordica; le Tre Madri celtiche in realtà impersonano la Grande Madre, è il caso ad esempio di Morrighan spesso identificata con Anu, la Madre degli Dei, e spesso considerata in una triade comprendente Anu questa volta concepita nel suo aspetto di patrona della fertilità, Babd nel suo aspetto di madre della vita e Macha che presiede alla morte e al regno dei fantasmi; nell'induismo la MahaDevi o "grande dea" è anch'essa formata da 3 dee. Spesso quindi nelle religioni e nelle mitologie la Grande Madre, che rappresenta un principio generatrice del tutto assimilabile alla natura nei suoi aspetti sia positivi che negativi, è triplice perchè impersona i 3 aspetti, la Giovane, la Madre, la Vecchia, evidentemente legati al ciclo della vita scandito in nascita, riproduzione e morte. O anche alle leggi dell'universo che procedono per creazione, mantenimento e distruzione, così come il tempo è scandito in passato, presente e futuro. Questi tre volti della Dea sono così raffigurati dalle tre età della donna e quindi è evidente la loro associazione con il ciclo lunare diviso in tre fasi: luna crescente, luna piena e luna calante. Il simbolo che rappresenta triplice dea come tre lune oggi è utilizzato soprattutto nella wicca, ma già in passato la Luna era associata a tre divinità ciascuna legata ad una fase lunare e metafora rispettivamente di vita, morte e rinascita, ad esempio nella mitologia greco-romana le 3 fasi lunari erano personificate nelle dee Selene, Ecate e Artemide.
fonti: Wikipedia, www.astrofilitrentini.it, www.ilcerchiodellaluna.it
mercoledì 16 novembre 2011
Ciondoli Locket a Cuore
E dopo i Fairy Lockets, dei medaglioni portafoto più tradizionali a forma di cuore. Quando li ho visti non ho resistito! Non li vedete perfetti per un pendente in stile vittoriano? All'interno è quindi possibile inserire una foto ritagliata, delle parole che per voi sono importanti o quel che volete. Comunque le foto parlano da sole. Baci baci
And after Fairy Lockets, those are more traditional medallions with heart's shape. When I saw them I cannot resist! Don't you believe that they're perfect for victorian pendant? Thy're photo frames, so it's possible insert a cropped foto, words that are important to you o whatever you want. However, photos speak for themselves. Kiss kiss
giovedì 3 novembre 2011
Bracciale Chackra
Tempo fa un'amica mi ha chiesto di realizzarle un bracciale coi colori dei 7 chakra, pertanto le ho realizzato questo braccialetto con semicristalli di Boemia, separatori argentati e caucciù. Volevo realizzare un gioiello dal design sufficientemente moderno (con tutti quei colori non volevo sembrasse un braccialetto da bambina) e adatto ad essere portato tutti i giorni visto che doveva essere diciamo un portafortuna. In realtà ho scoperto che soprattutto in America molti comprano questi "healing bracelets" ritenendo che aiutino ad allineare i propri chakra.
Come al solito, incuriosita dall'argomento, ho girovagato su internet per apprendere qualcosa di più e ho deciso di condividere con voi quanto ho appreso. Il termine chakra proviene dal sanscrito e significa ruota, compare per la prima volta in uno scritto del X secolo d.C. di Pandit Goraknath, un mestro yoga; tuttavia è nello scritto Shat-chakra-nirupana (1577) di Purananda Swamis che si ha la prima vera trattazione dell'argomento. I chakra fanno quindi parte della tradizione induista ma anche di quella buddhista e tutt'oggi esistono tutta una serie di tecniche meditative fondate sulla manipolazione dei chakra come la loro visualizzazione ad occhi chiusi o la loro attivazione attraverso esercizi particolari o mantra ma anche tecniche recenti come la cristalloterapia, la riflessologia e l'aromaterapia. Curioso è che sono state ritrovate in America delle figure di legno incastonate con gemme la cui collocazione corrisponde esattamente a quella dei chakra. In Europa, invece, la conoscenza dei chakra in epoca moderna si ha grazie a Charles Leadbeater, teosofo, che nel 1927 pubblica il libro I chakra. Tutt'oggi non ci sono prove scientifiche che ne testimoniano l'esistenza. Secondo le dottrine induiste i chakra sono dei centri energetici raffigurati come vortici di energia attraverso i quali scorre l'energia vitale "prana" (dall'interno verso l'esterno e viceversa). Secondo il Vedanta, il corpo fisico e il corpo sottile formano un insieme; questi due corpi sono collegati a livello dei chakra, quindi agendo sul corpo fisico si produrrà un effetto su quello sottile e viceversa. Molto importante per il benessere è che i chakra non siano chiusi, lo yoga mira proprio a riaprire queste valvole, facendo sì che il corpo ritorni ad un equilibrio naturale. Nell'uomo si individuano 7 chakra principali più altri secondari con una collocazione anatomica ben definita, a questi chakra principali alcuni associano dei colori, simboli e significati ben definiti.
1° chakra: muladhara o “chakra della radice”
Posizione: nella parte inferiore del bacino, tra coccige e pube
Colore: rosso
Significato: è la stabilità psichica nelle diverse situazioni della vita, la capacità di governare gli istinti; poiché ha solo un polo, tende ad essere un po' più grande degli altri chakra. È il chakra con cui vengono assorbite le energie della Terra e scaricate le tensioni eccedenti mediante l'atto sessuale.
2° chakra: svadhistana o “chakra splenico”
Posizione: metà inferiore del ventre
Colore: arancio
Significato: è il piacere, la gioia di vivere, la sessualità espressa al massimo delle sue potenzialità.
3° chakra: manipura o “chakra del plesso solare”
Posizione: metà superiore del ventre
Colore: giallo
Significato: è la capacità di agire energicamente, la volontà, l'autostima e l'autonomia personale. In senso spirituale è l'essenza attiva di cui siamo stati dotati.
4° chakra: anahata o “chakra del cuore”
Posizione: zona pettorale del corpo
Colore: verde
Significato: è la capacità di amare emotivamente, provare cioè un sentimento che non parte tanto dalla mente, quanto dal cuore. Occorre ricordare che, nella tradizione yoga, amore e ascolto sono in stretta relazione; spiritualmente parlando, hanno la stessa valenza.
5° chakra: vishuddha o “chakra della gola”
Posizione: nella metà inferiore del collo e a livello delle clavicole
Colore: azzurro
Significato: è la creatività, la comunicazione, la spiccata percezione estetica. I bravi artisti, musicisti e altri servitori dell’arte sono persone nelle quali il vishuddha è ben sviluppato. In senso spirituale, infatti, rappresenta la connessione con l'altrove, l'essere in comunicazione con dimensioni che superano l'umano.
6° chakra: adjnia o “chakra del terzo occhio”
Posizione: grande chakra che si trova al centro della fronte
Colore: indaco
Significato: è la mente tattica, razionale. In senso spirituale è il terzo occhio, come qualità della persona è la fiducia in se stessi.
7° chakra: sahasrara o “chakra della corona”
Posizione: sopra il cranio
Colore: bianco (o viola a seconda dei casi)
Significato: è la capacità spiccata di pensare strategicamente, cioè abbracciare la situazione con il pensiero; in senso spirituale è la comunione con il Divino, in senso individuale è l'autorealizzazione.
fonti: Wikipedia, The chakras by C.Leedbeater, www.cure-naturali.it
Come al solito, incuriosita dall'argomento, ho girovagato su internet per apprendere qualcosa di più e ho deciso di condividere con voi quanto ho appreso. Il termine chakra proviene dal sanscrito e significa ruota, compare per la prima volta in uno scritto del X secolo d.C. di Pandit Goraknath, un mestro yoga; tuttavia è nello scritto Shat-chakra-nirupana (1577) di Purananda Swamis che si ha la prima vera trattazione dell'argomento. I chakra fanno quindi parte della tradizione induista ma anche di quella buddhista e tutt'oggi esistono tutta una serie di tecniche meditative fondate sulla manipolazione dei chakra come la loro visualizzazione ad occhi chiusi o la loro attivazione attraverso esercizi particolari o mantra ma anche tecniche recenti come la cristalloterapia, la riflessologia e l'aromaterapia. Curioso è che sono state ritrovate in America delle figure di legno incastonate con gemme la cui collocazione corrisponde esattamente a quella dei chakra. In Europa, invece, la conoscenza dei chakra in epoca moderna si ha grazie a Charles Leadbeater, teosofo, che nel 1927 pubblica il libro I chakra. Tutt'oggi non ci sono prove scientifiche che ne testimoniano l'esistenza. Secondo le dottrine induiste i chakra sono dei centri energetici raffigurati come vortici di energia attraverso i quali scorre l'energia vitale "prana" (dall'interno verso l'esterno e viceversa). Secondo il Vedanta, il corpo fisico e il corpo sottile formano un insieme; questi due corpi sono collegati a livello dei chakra, quindi agendo sul corpo fisico si produrrà un effetto su quello sottile e viceversa. Molto importante per il benessere è che i chakra non siano chiusi, lo yoga mira proprio a riaprire queste valvole, facendo sì che il corpo ritorni ad un equilibrio naturale. Nell'uomo si individuano 7 chakra principali più altri secondari con una collocazione anatomica ben definita, a questi chakra principali alcuni associano dei colori, simboli e significati ben definiti.
1° chakra: muladhara o “chakra della radice”
Posizione: nella parte inferiore del bacino, tra coccige e pube
Colore: rosso
Significato: è la stabilità psichica nelle diverse situazioni della vita, la capacità di governare gli istinti; poiché ha solo un polo, tende ad essere un po' più grande degli altri chakra. È il chakra con cui vengono assorbite le energie della Terra e scaricate le tensioni eccedenti mediante l'atto sessuale.
2° chakra: svadhistana o “chakra splenico”
Posizione: metà inferiore del ventre
Colore: arancio
Significato: è il piacere, la gioia di vivere, la sessualità espressa al massimo delle sue potenzialità.
3° chakra: manipura o “chakra del plesso solare”
Posizione: metà superiore del ventre
Colore: giallo
Significato: è la capacità di agire energicamente, la volontà, l'autostima e l'autonomia personale. In senso spirituale è l'essenza attiva di cui siamo stati dotati.
4° chakra: anahata o “chakra del cuore”
Posizione: zona pettorale del corpo
Colore: verde
Significato: è la capacità di amare emotivamente, provare cioè un sentimento che non parte tanto dalla mente, quanto dal cuore. Occorre ricordare che, nella tradizione yoga, amore e ascolto sono in stretta relazione; spiritualmente parlando, hanno la stessa valenza.
5° chakra: vishuddha o “chakra della gola”
Posizione: nella metà inferiore del collo e a livello delle clavicole
Colore: azzurro
Significato: è la creatività, la comunicazione, la spiccata percezione estetica. I bravi artisti, musicisti e altri servitori dell’arte sono persone nelle quali il vishuddha è ben sviluppato. In senso spirituale, infatti, rappresenta la connessione con l'altrove, l'essere in comunicazione con dimensioni che superano l'umano.
6° chakra: adjnia o “chakra del terzo occhio”
Posizione: grande chakra che si trova al centro della fronte
Colore: indaco
Significato: è la mente tattica, razionale. In senso spirituale è il terzo occhio, come qualità della persona è la fiducia in se stessi.
7° chakra: sahasrara o “chakra della corona”
Posizione: sopra il cranio
Colore: bianco (o viola a seconda dei casi)
Significato: è la capacità spiccata di pensare strategicamente, cioè abbracciare la situazione con il pensiero; in senso spirituale è la comunione con il Divino, in senso individuale è l'autorealizzazione.
fonti: Wikipedia, The chakras by C.Leedbeater, www.cure-naturali.it
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