«Mia vita, a te non chiedo lineamenti
fissi, volti plausibili o possessi.
Nel tuo giro inquieto ormai lo stesso
sapore han miele e assenzio.
Il cuore che ogni moto tiene a vile
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile.»
Da Ossi di seppia di E. Montale
fissi, volti plausibili o possessi.
Nel tuo giro inquieto ormai lo stesso
sapore han miele e assenzio.
Il cuore che ogni moto tiene a vile
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile.»
Da Ossi di seppia di E. Montale
La poesia stavolta c'entra ben poco, però l'immagine che il miele e l'assenzio abbiano lo stesso sapore a causa di ciò che la vita ha portato con sè mi è parsa particolarmente suggestiva. Per quanto riguarda il bracciale, è ovviamente ispirato al tema dell'assenzio, con tanto di charms a forma di fata (l'assenzio era chiamato fèe vert cioè fata verde), cucchiaio (per prepararlo si usa un cucchiaio particolare), bottiglietta contenente un liquido verde (che mima l'assenzio ma non lo è) e con etichetta antichizzata e infine semicristalli di Boemia in tonalità. Da notare è anche la catena del bracciale, che ha una lavorazione che definirei martellata e in più è leggerissima quindi non dà minimamente fastidio al polso; la chiusura a T invece presenta una decorazione a rosa. Prossimamente se riesco a trovare un pò di tempo vorrei realizzare anche un ciondolo abbinato. PS non sto istigando nessuno a bere ok? Figuriamoci, se si tratta di un bicchiere di vino o birra ok, ma per quanto riguarda i liquori proprio mi piacciono!!! XD A parte che anche poeti maledetti come Baudelaire, grandi consumatori di alcol e droga, dell'ubriachezza avevano un'idea molto più profonda. Baudelaire scrive: «Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi piega a terra, dovete ubriacarvi senza tregua. Ma di che cosa? Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi.» (dallo Spleen di Parigi) ma il concetto di “ivresse”, cioè ubriachezza, è inteso in ben altro senso, è uno stato di grazia fisica e mentale in cui il poeta può elevarsi e dimenticare le miserie della società in cui vive e soprattutto non è legata essenzialmente all'alcol (anche se scapestrati com'erano il vino era ben citato! XD) e infati Baudelaire parla di ubriachezza di poesia e di virtù. E' sempre curioso come i poeti trovino legami tra cose essenzialmente terrente come l'alcol e idee particolarmente elevate spiritualmente e/o moralmente, non trovate? Alla prossima :)
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